Roma e le Olimpiadi necessarie: una testimonianza
16:44
Domani, 17 febbraio, il Comitato promotore dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Roma 2024 presenterà a Losanna il dossier di candidatura. Avremo quindi un’idea più chiara del progetto: dove verranno svolte le competizioni, la localizzazione del villaggio olimpico e del media center, e le nuove infrastrutture previste per il pieno successo della manifestazione.
Quattro anni fa, in questi stessi giorni, l’allora premier Mario Monti decise invece di interrompere bruscamente il percorso della candidatura, sull’onda di un sentiment negativo che il Paese stava vivendo dopo le drastiche misure adottate dal governo per contrastare gli effetti della crisi economica e finanziaria.
Si potrebbe discutere a lungo sulle reali differenze tra lo stato di salute dell’Italia di oggi rispetto a quello del 2012, mentre è indiscutibile il forte sostegno che il governo Renzi sta offrendo alla candidatura rispetto al preconcetto rigore di Mario Monti, di cui il “NO” alle Olimpiadi fu solo una delle tante manifestazioni.
Anche a distanza di 4 anni, è difficile dare un parere sulla correttezza di quella decisione e l’opinione pubblica è spaccata su vari fronti. Da un lato, ci sono le argomentazioni convinte di chi imputa tutte le sciagure finanziarie della Grecia alle Olimpiadi del 2004. In realtà, uno studio del 2012 realizzato dalla società di consulenza Bain&co dimostrò che l’impatto dei giochi olimpici sulle disastrate finanze elleniche era del tutto marginale. Dall’altro, c’è il fronte di chi sostiene invece l’importanza dei grandi eventi come volano di sviluppo ed occasione di rilancio delle città.
La felice esperienza dell’Expo di Milano ha confermato che, al di là delle strumentali polemiche della politica, la città è rinata non solo dal punto di vista urbanistico ma soprattutto per un rinnovato orgoglio di cittadinanza, elemento essenziale per alimentare comportamenti civici virtuosi e voglia di investire. Infine, ci sono coloro che sostengono l’ineluttabilità di gestire progetti così complessi senza ricadere negli atavici problemi di sprechi e corruzione che hanno spesso segnato in passato la storia dei grandi eventi organizzati in Italia e, per certi versi, la stessa Expo di Milano.
E’ probabilmente impossibile riuscire a mettere tutti d’accordo, ma a mio avviso gli aspetti positivi sono maggiori dei rischi e per questo motivi penso che la candidatura vada sostenuta in modo convinto. Roma è ferma da 60 anni e gli ultimi grandi interventi urbanistici risalgono proprio ai Giochi del 1960. Due esempi tra tanti: l’inaugurazione dell’aeroporto di Fiumicino e la nuova viabilità sul Lungotevere.
L’organizzazione dei giochi olimpici consentirebbe di avviare nuovi progetti per rinnovare il tessuto urbano, dal centro alle periferie, ma riuscirebbe soprattutto ad incidere positivamente sulla fiducia dei romani nel futuro e sul loro senso civico, che vivono da decenni un progressivo degrado. Trincerarsi dietro gli scandali del passato significa rinunciare al progresso, ed il nostro Paese non può più permetterselo. Fa bene quindi Matteo Renzi a sostenere attivamente la candidatura, nella dichiarata convinzione che essa rappresenterebbe un importante volano di sviluppo economico ed un’occasione unica per dimostrare che anche a Roma – come accaduto a Milano per Expo – è possibile fare le cose per bene e dare alla città (ed al Paese intero) una prospettiva che guarda al futuro e non soltanto alla memoria dei fasti del passato.
Vedremo se Roma saprà superare la concorrenza di altre città importanti come Los Angeles e Parigi. Dipenderà dalla validità del progetto tecnico, dalla professionalità con cui esso sarà presentato e difeso nelle sedi opportune ma soprattutto dall’appoggio convinto delle istituzioni e dei media, in grado di influenzare fortemente l’opinione pubblica. E’ per questo che spero che la prima medaglia olimpica gli italiani la sappiano meritare proprio in una disciplina in cui siamo storicamente deboli: la capacità di confrontarsi su numeri e fatti concreti piuttosto che su un becero scontro di preconcetti ed ideologie.
Quattro anni fa, in questi stessi giorni, l’allora premier Mario Monti decise invece di interrompere bruscamente il percorso della candidatura, sull’onda di un sentiment negativo che il Paese stava vivendo dopo le drastiche misure adottate dal governo per contrastare gli effetti della crisi economica e finanziaria.
Si potrebbe discutere a lungo sulle reali differenze tra lo stato di salute dell’Italia di oggi rispetto a quello del 2012, mentre è indiscutibile il forte sostegno che il governo Renzi sta offrendo alla candidatura rispetto al preconcetto rigore di Mario Monti, di cui il “NO” alle Olimpiadi fu solo una delle tante manifestazioni.
Anche a distanza di 4 anni, è difficile dare un parere sulla correttezza di quella decisione e l’opinione pubblica è spaccata su vari fronti. Da un lato, ci sono le argomentazioni convinte di chi imputa tutte le sciagure finanziarie della Grecia alle Olimpiadi del 2004. In realtà, uno studio del 2012 realizzato dalla società di consulenza Bain&co dimostrò che l’impatto dei giochi olimpici sulle disastrate finanze elleniche era del tutto marginale. Dall’altro, c’è il fronte di chi sostiene invece l’importanza dei grandi eventi come volano di sviluppo ed occasione di rilancio delle città.
La felice esperienza dell’Expo di Milano ha confermato che, al di là delle strumentali polemiche della politica, la città è rinata non solo dal punto di vista urbanistico ma soprattutto per un rinnovato orgoglio di cittadinanza, elemento essenziale per alimentare comportamenti civici virtuosi e voglia di investire. Infine, ci sono coloro che sostengono l’ineluttabilità di gestire progetti così complessi senza ricadere negli atavici problemi di sprechi e corruzione che hanno spesso segnato in passato la storia dei grandi eventi organizzati in Italia e, per certi versi, la stessa Expo di Milano.
E’ probabilmente impossibile riuscire a mettere tutti d’accordo, ma a mio avviso gli aspetti positivi sono maggiori dei rischi e per questo motivi penso che la candidatura vada sostenuta in modo convinto. Roma è ferma da 60 anni e gli ultimi grandi interventi urbanistici risalgono proprio ai Giochi del 1960. Due esempi tra tanti: l’inaugurazione dell’aeroporto di Fiumicino e la nuova viabilità sul Lungotevere.
L’organizzazione dei giochi olimpici consentirebbe di avviare nuovi progetti per rinnovare il tessuto urbano, dal centro alle periferie, ma riuscirebbe soprattutto ad incidere positivamente sulla fiducia dei romani nel futuro e sul loro senso civico, che vivono da decenni un progressivo degrado. Trincerarsi dietro gli scandali del passato significa rinunciare al progresso, ed il nostro Paese non può più permetterselo. Fa bene quindi Matteo Renzi a sostenere attivamente la candidatura, nella dichiarata convinzione che essa rappresenterebbe un importante volano di sviluppo economico ed un’occasione unica per dimostrare che anche a Roma – come accaduto a Milano per Expo – è possibile fare le cose per bene e dare alla città (ed al Paese intero) una prospettiva che guarda al futuro e non soltanto alla memoria dei fasti del passato.
Vedremo se Roma saprà superare la concorrenza di altre città importanti come Los Angeles e Parigi. Dipenderà dalla validità del progetto tecnico, dalla professionalità con cui esso sarà presentato e difeso nelle sedi opportune ma soprattutto dall’appoggio convinto delle istituzioni e dei media, in grado di influenzare fortemente l’opinione pubblica. E’ per questo che spero che la prima medaglia olimpica gli italiani la sappiano meritare proprio in una disciplina in cui siamo storicamente deboli: la capacità di confrontarsi su numeri e fatti concreti piuttosto che su un becero scontro di preconcetti ed ideologie.
Ernesto Albanese
Ex Direttore Generale
Comitato Promotore dei Giochi Olimpici 2020