C'è un grande prato verde... La mia piccola storia (di successo) contro la burocrazia
09:57
Mi chiamo Ambra Masiello, ho 22 anni, ma già le idee chiare su come rendere sostenibile il IX municipio.
Studio Scienze Politiche, sono nata a Roma, e ho messo tutta me stessa nel progetto municipale che consente a un cittadino ‘ordinario’ di diventare ‘straordinario’, adottando un’area verde. Tutto inizia ad Agosto 2015, quando la disperazione per il caldo e la noia di una Roma vuota portava mio nonno, quasi novantenne, a intrattenersi con il giardinaggio. Vedendo il suo impegno e uno spirito d’iniziativa che raramente si vede anche in persone con molti meno anni, decidevo di mobilitarmi per far si che il progetto si svolgesse nella più piena legalità.
Sapete come succede in questi casi, cerco il bandolo della matassa, insomma mi do da fare e già subito mi pare di avanzare alla cieca, in quel labirinto burocratico che certe volte viene scambiato per l’Italia. Comincio a chiedere dappertutto, chiedo a chiunque, ma poi decido di essere sistematica.
Primo tentativo: chiamo la segreteria del Presidente del municipio in veste di comune cittadina e ricevo la promessa di essere richiamata per fissare un appuntamento. Sapete cos’è successo? niente. Nessun incontro, nessuna telefonata, niente di niente. Sembra proprio che definirsi semplicemente cittadina sia considerata una nullità. Dire sono una cittadina, in certi ambienti, equivale a dire “non sono nessuno”.
Secondo tentativo: grazie ad un amico (si sa che se non hai relazioni non riesci a ottenere nessuna udienza) trovo un numero con il quale rintracciare direttamente i vertici di questa piramide municipale inaccessibile, ma anche in questo caso tutto tace. Sembra quasi che siccome sono inarrivabili, chissà che cosa staranno facendo di tanto importante. Ma ho il sospetto che non sia esattamente così.
Decido di fare l’ultimo tentativo mettendomi nelle mani della tecnologia, non si sa mai, perché tutti i tentativi devono essere fatti e fino in fondo. Ed è proprio grazie a Facebook che riesco ad ottenere un appuntamento con il Vice Presidente, che contatta i funzionari del Dipartimento Tutela Ambientale, che a loro volta fanno partire un sopralluogo e tutto per finire a compilare un semplice foglio di richiesta. Finalmente ci siamo! Arriva l’11 dicembre 2015 (il caldo non è più afoso… però la bontà dell’idea rimane) e arriva l’atto dirigenziale con il quale viene approvata l’adozione area verde in Via Sergio Forti 55.
Il mio progetto, ”Bulding Common Spaces”, con la collaborazione di Carolina Borromeo e di Valerio de Luca, non punta solo a favorire la rinascita del quartiere offrendo lavoro a chi ne ha bisogno attraverso il sistema dei voucher ed a creare uno spazio dove i nostri amati anziani possano ritrovarsi e trascorrere il tempo, ma è una fabbrica di nuove idee, come le fioriere sostenibili comprese in un altro progetto.
Adesso la speranza è quella di trovare uno sponsor per la realizzazione delle fioriere, formare un associazione e adottare altre aree verdi (non solo nel IX municipio) e la creazione di orti urbani accessibili a tutti. Con poco riusciremmo a fare molte cose buone: una cura del verde fatta palmo a palmo; un impiego che riempia le giornate e, perché no, il senso della vita che si rinnova, nei nostri anziani; una istituzione come quella del municipio che si mescola alla gente, alla società civile, ai singoli cittadini, smettendo di essere una specie di potere burocratico che parla solo con sé stesso e di sé stesso.
La forza del mio progetto sta nel fatto che grazie al miglioramento e alla riqualifica delle aree di questo genere, che solo nel nostro Municipio sono circa 100, si avrà anche un aumento del valore degli immobili circostanti. Per quanto riguarda il sociale invece, ho preso contatti con un’associazione di rifugiati politici che ci aiuteranno nella cura del verde, avviando così un processo d’integrazione. Il mio è proprio un appello a scardinare questi fortini burocratici, questa incuria generalizzata, questo stare a guardare senza fare.
Chiunque avesse voglia di imbarcarsi in questo tipo impresa sappia delle difficoltà che esistono nella comunicazione sia con il municipio sia con Ama. In qualche caso potrebbe essere addirittura necessario un attacco pubblico alle varie cariche per ottenere qualcosa; già comprovato dalla mia esperienza
La prima pietra è stata posata l’augurio è di riuscire a vedere realizzato questo castello con la partecipazione di tutta la comunità. Uno, dieci, cento interventi come il mio e la città non sarà più la stessa, sarà più nostra. A cominciare dai prati.
Studio Scienze Politiche, sono nata a Roma, e ho messo tutta me stessa nel progetto municipale che consente a un cittadino ‘ordinario’ di diventare ‘straordinario’, adottando un’area verde. Tutto inizia ad Agosto 2015, quando la disperazione per il caldo e la noia di una Roma vuota portava mio nonno, quasi novantenne, a intrattenersi con il giardinaggio. Vedendo il suo impegno e uno spirito d’iniziativa che raramente si vede anche in persone con molti meno anni, decidevo di mobilitarmi per far si che il progetto si svolgesse nella più piena legalità.
Sapete come succede in questi casi, cerco il bandolo della matassa, insomma mi do da fare e già subito mi pare di avanzare alla cieca, in quel labirinto burocratico che certe volte viene scambiato per l’Italia. Comincio a chiedere dappertutto, chiedo a chiunque, ma poi decido di essere sistematica.
Primo tentativo: chiamo la segreteria del Presidente del municipio in veste di comune cittadina e ricevo la promessa di essere richiamata per fissare un appuntamento. Sapete cos’è successo? niente. Nessun incontro, nessuna telefonata, niente di niente. Sembra proprio che definirsi semplicemente cittadina sia considerata una nullità. Dire sono una cittadina, in certi ambienti, equivale a dire “non sono nessuno”.
Secondo tentativo: grazie ad un amico (si sa che se non hai relazioni non riesci a ottenere nessuna udienza) trovo un numero con il quale rintracciare direttamente i vertici di questa piramide municipale inaccessibile, ma anche in questo caso tutto tace. Sembra quasi che siccome sono inarrivabili, chissà che cosa staranno facendo di tanto importante. Ma ho il sospetto che non sia esattamente così.
Decido di fare l’ultimo tentativo mettendomi nelle mani della tecnologia, non si sa mai, perché tutti i tentativi devono essere fatti e fino in fondo. Ed è proprio grazie a Facebook che riesco ad ottenere un appuntamento con il Vice Presidente, che contatta i funzionari del Dipartimento Tutela Ambientale, che a loro volta fanno partire un sopralluogo e tutto per finire a compilare un semplice foglio di richiesta. Finalmente ci siamo! Arriva l’11 dicembre 2015 (il caldo non è più afoso… però la bontà dell’idea rimane) e arriva l’atto dirigenziale con il quale viene approvata l’adozione area verde in Via Sergio Forti 55.
Il mio progetto, ”Bulding Common Spaces”, con la collaborazione di Carolina Borromeo e di Valerio de Luca, non punta solo a favorire la rinascita del quartiere offrendo lavoro a chi ne ha bisogno attraverso il sistema dei voucher ed a creare uno spazio dove i nostri amati anziani possano ritrovarsi e trascorrere il tempo, ma è una fabbrica di nuove idee, come le fioriere sostenibili comprese in un altro progetto.
Adesso la speranza è quella di trovare uno sponsor per la realizzazione delle fioriere, formare un associazione e adottare altre aree verdi (non solo nel IX municipio) e la creazione di orti urbani accessibili a tutti. Con poco riusciremmo a fare molte cose buone: una cura del verde fatta palmo a palmo; un impiego che riempia le giornate e, perché no, il senso della vita che si rinnova, nei nostri anziani; una istituzione come quella del municipio che si mescola alla gente, alla società civile, ai singoli cittadini, smettendo di essere una specie di potere burocratico che parla solo con sé stesso e di sé stesso.
La forza del mio progetto sta nel fatto che grazie al miglioramento e alla riqualifica delle aree di questo genere, che solo nel nostro Municipio sono circa 100, si avrà anche un aumento del valore degli immobili circostanti. Per quanto riguarda il sociale invece, ho preso contatti con un’associazione di rifugiati politici che ci aiuteranno nella cura del verde, avviando così un processo d’integrazione. Il mio è proprio un appello a scardinare questi fortini burocratici, questa incuria generalizzata, questo stare a guardare senza fare.
Chiunque avesse voglia di imbarcarsi in questo tipo impresa sappia delle difficoltà che esistono nella comunicazione sia con il municipio sia con Ama. In qualche caso potrebbe essere addirittura necessario un attacco pubblico alle varie cariche per ottenere qualcosa; già comprovato dalla mia esperienza
La prima pietra è stata posata l’augurio è di riuscire a vedere realizzato questo castello con la partecipazione di tutta la comunità. Uno, dieci, cento interventi come il mio e la città non sarà più la stessa, sarà più nostra. A cominciare dai prati.
Ambra Masiello